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Corso di Regia per il Cinema e la TelevisioneIl cortometraggio a basso budget ha dato avvio alla carriera di molti registi famosi, tra i nomi più influenti del grande schermo.
Palestra ideale per chi desidera fare cinema, il cortometraggio a basso budget ha dato avvio alla carriera di molti registi famosi, tra i nomi più influenti del grande schermo. Luogo ideale di apprendistato, il corto ne ha messo in luce il talento, ha permesso loro di fare pratica e di sperimentare. Solo per citarne alcuni, ne abbiamo scelti dieci, che grazie soprattutto ai festival si sono imposti all’attenzione di pubblico e critica, e dei produttori, ovviamente.
Tra i fondatori di quel movimento rivoluzionario che è stata la Nouvelle Vague francese, Jean-Luc Godard è considerato il regista più sperimentale del suo tempo. Il suo è un cinema del reale che ha cambiato le regole del gioco, anche merito di scelte stilistiche originali che hanno dato vita ad un cinema nuovo, già a partire dai suoi primi cortometraggi: “Opération béton” (documentario sulla costruzione di una diga, del 1955), “Une femme coquette” (1955), “Charlotte et Véronique”, “Charlotte et son Jules (del 1958, interpretato da un giovane Jean-Paul Belmondo).
È il 1967, ancora studente alla New York University, un giovanissimo Martin Scorsese dirige “The Big Shave”, un corto allegorico girato in un bagno bianchissimo in cui un uomo si rade sino a ferirsi. Piccolo, disturbante, politico, eppure capace di mettere in mostra l’abilità registica di Scorsese, la sua capacità di raccontare la violenza e le sue conseguenze nella psiche americana.
Girato con gli amici Owen e Luke Wilson, “Bottle Rocket” è un corto comico e surreale girato nel 1992 da Wes Anderson quando era ancora alla University of Texas insieme ad Owen Wilson, incontrato proprio durante gli studi. Conquistò il produttore James L. Brooks, che lo portò al Sundance Film Festival e in seguito lo trasformò in un lungometraggio, che lanciò Anderson come regista cult. Anche questa volta, l’iperrealtà tipica del cinema di Anderson proietta i protagonisti in una dimensione parallela in cui sembrano palline da flipper senza una logica temporale.
Prima di conquistare Hollywood con “Memento” e la trilogia del “Cavaliere Oscuro”, Christopher Nolan sperimenta il suo cinema attraverso una serie di corti in bianco e nero. Fra tutti, “Doodlebug”, cortometraggio girato con pochi mezzi e grande senso del ritmo, che già mostrava il suo talento per la tensione narrativa e le atmosfere enigmatiche.
Già in "Vincent" (1982) e in "Frankenweenie" (1984), i suoi primi lavori, c’è già tutto Tim Burton. Uno stile unico, visionario e gotico che gli ha aperto le porte della settima arte.
D’altronde, prima di dirigere i propri film, Burton ha lavorato come animatore per la Disney e in quel contesto ha sviluppato la sua estetica attraverso il disegno e il cortometraggio.
L’embrione della sua visione onirica e disturbante si trova già tutto nei suoi primi lavori brevi. I cortometraggi di inizio carriera sono sperimentali e folgoranti. David Lynch realizza “Six Men Getting Sick” nel 1966, con un budget di 200 dollari: un’opera che mescola animazione stop-motion con scene dal vivo, affrontando il tema della malattia in modo crudo e visionario. Del 1968 è il secondo cortometraggio, “The Alphabet”, che si ispira ad un incubo della nipote di sua moglie, mescolando animazione e un sound design inquietante.
Ancora studente, George Lucas creò un corto fantascientifico che gli valse premi e attenzione. Era il lontano 1967, “Electronic Labyrinth THX 1138 4EB” divenne poi “THX 1138”, il suo esordio nel lungometraggio. Questo e altri corti realizzati negli anni Sessanta dimostrano il suo talento nella fantascienza e nel rappresentare temi distopici e sociali, gettano le basi per la sua successiva opera monumentale: la saga di “Star Wars”.
Figlia d’arte, la giovane sofia Coppola si avvicina al mondo del cinema nel 1998 con “Lick the star”, un debutto registico girato in 16mm che racconta una storia adolescenziale intensa e delicata. Una sensibilità pronta a manifestarsi a breve nei lungometraggi “Il giardino delle vergini suicide” e Lost in Translation”.
Quentin Tarantino dirige il suo primo cortometraggio quando è ancora uno studente e mentre lavora in un videonoleggio a Los Angeles. Si intitola “My Best Friend's Birthday” e racconta la piccola storia di Mickey Burnett, un giovanotto che perde il lavoro e la ragazza il giorno prima del suo trentesimo compleanno. Clarence, il suo migliore amico, cerca di organizzargli un party e di portargli una squillo in affitto, Mysty, per tirargli su il morale.
Anche Alfred Hitchcock esordisce alla regia con un cortometraggio, un film inglese-tedesco dal titolo “Il labirinto delle passioni” (“The Pleasure Garden”) del 1925, un melodramma d’altri tempi che mette già in mostra dalle prime scene la voglia di stupire del suo autore. Nell’inquadrare un gruppo di persone sedute in prima fila a teatro, Hitchcock le fa sfilare una ad una davanti alla macchina da presa, divertendosi ad evidenziarne le diverse espressioni, chiudendo con un primo piano delle gambe delle ballerine avvicinate da un binocolo.
Dal bianco e nero claustrofobico di Nolan agli incubi di Lynch, i corti a basso budget hanno spesso rappresentato il biglietto da visita per grandi carriere. Oggi come allora, il cortometraggio resta un’importante porta d’ingresso per la settima arte, in pochi minuti e con poche risorse regala uno spazio illimitato per talento e idee.