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I formati della fiction. La sitcom, vecchia e nuova manieratutti gli articoli

I formati della fiction. La sitcom, vecchia e nuova maniera

03-03-2023

Le attuali sitcom sono sempre più serializzate e hanno perso molte delle caratteristiche del formato originale.

I Jefferson, Il mio amico Arnold, I Robinson, Mork & Mindy, Vita da strega. L’origine è radiofonica e tuttora resta un sottogenere della serie molto amato (e prodotto) negli Stati Uniti.

Ma allora Sex and the City, Allie McBeal e Boris? Sono sempre sitcom, ma non sono più quelle di una volta. Sono sempre più serializzate e hanno perso molte delle caratteristiche del formato originale.

Vediamo come e perché.

LA SITCOM TRADIZIONALE

Come tutte le serie, la sitcom è approdata in Italia a partire dal 1976, portando con sé le sue costanti: la risata del pubblico (un pubblico fantasma che è il suo marchio distintivo), lo stacchetto musicale ad ogni cambio di scena, la presenza di stock shots (immagini fisse) che segnalano le ellissi temporali.

Si tratta di una serie di genere comico caratterizzata dalla presenza di un’unica ambientazione (generalmente un interno) e da episodi tra loro indipendenti (della durata di circa 20-25 minuti).

Vita in famiglia e problemi di convivenza, piccole storie dalla portata universale, ma anche il mondo del lavoro (Taxi, Dalle 9 alle 5 - Orario continuato, The office) e il fantastico (Mork & Mindy, Vita da strega, Super Vicki). Situazioni tipo di una comicità leggera che prende di mira comportamenti e rapporti attraverso l’iperbole: la povertà e l’obesità (Pappa e Ciccia), il razzismo e la grettezza mentale (I Jefferson), l’appartenenza ad una diversa classe sociale (La Tata).

Campi totali e piani americani, quasi mai primi piani, in modo da ridurre la sensazione della presenza della telecamera nello spettacolo. Tutto deve sembrare vero, o meglio, il pubblico deve avere la sensazione di essere entrato a casa di qualcuno, o nel suo ufficio, per condividere aspetti della sua vita quotidiana.

Casa Vianello, sitcom italiana

In Italia ne sono state importate a tonnellate, in seguito sono diventate un importante prodotto nazionale, anche se confinato nella programmazione pomeridiana. Tra le più longeve ricordiamo Casa Vianello (sedici stagioni e un totale di 338 episodi), vera e propria commedia degli equivoci interpretata da Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. E, ancora: Casa dolce casa, Finalmente soli, Belli dentro, Camera Cafè, Boris.

Camera cafè e Boris? Eh sì! La sit si è evoluta nella forma e nel contenuto.

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LA SITCOM CONTEMPORANEA

A partire dagli anni Novanta del secolo scorso, le caratteristiche tipiche della sitcom non sono andate perdute, ma si è assistito sempre meno sporadicamente a vere e proprie fughe dal genere.

Le sitcom classiche hanno ancora un loro mercato, soprattutto negli Stati Uniti, ma quelle capaci di ottenere un maggior successo internazionale sono prevalentemente quelle che prendono strade ibride e innovative.

Nelle sitcom “moderne” gli episodi non sono poi così indipendenti, gli ambienti si moltiplicano e i personaggi si evolvono. Anche dal punto di vista linguistico, lo schema tradizionale (risate, stacchetti, etc.) non è più così rigido. Illuminazione, montaggio e tecniche di ripresa devono molto al linguaggio cinematografico. Citazionismo e autoreferenzialità manifestano un piglio postmoderno.

Il tema centrale è ancora la famiglia, ma i nuclei familiari sono sempre meno tradizionali, riflettono i cambiamenti in atto nella società. A trionfare sono la famiglia di amici e la famiglia allargata, con figli nati da matrimoni multipli.

Pensiamo a Modern Family, fortunata sit-com statunitense trasmessa a partire dal 2009 e ancora in produzione. Tre nuclei familiari uniti da legami di sangue. Il patriarca Jay si è sposato in seconde nozze con la colombiana Gloria, che ha un figlio, Manny, avuto dal suo precedente matrimonio. Jay ha invece due figli: Claire, sposata con Phil e madre di tre ragazzi, e Mitchell, avvocato gay sposato con Cameron, con cui ha adottato la piccola Lily, bimba di origini vietnamite.

Famiglia moderna e allargata, capace di sdoganare molti dei cambiamenti culturali che hanno attraversato la società occidentale negli ultimi anni. In grado di rappresentare, in modo realistico, la diversità, dipingendola con i colori più belli.

Anche da un punto di vista formale, si tratta di una sit evoluta. A metà strada tra situation comedy e mockumentary (il falso documentario), Modern Family buca la quarta parete intervistando i personaggi (di solito in coppia), descrivendo ciò che provano e donando loro ulteriore profondità.

Boris, sitcom italiana

Friends, Ally McBeal, Sex and the City sono prodotti complessi, ma restano sit-com. Anche gli episodi animati dei Simpson e di South Park lo sono. Ed è una sit anche la nostrana Boris, ad oggi la migliore mai realizzata in Italia. Meta-televisiva (porta in scena il dietro le quinte di un set televisivo nel quale si sta girando una fittizia fiction italiana), citazionista, iconica.

I singoli segmenti delle sit-com contemporanee liquidano le sotto vicende, ma non risolvono certo la complessità delle vite dei propri protagonisti, che si muovono al di fuori dello stereotipo, in una pluralità di ambienti e situazioni.

Difficile parlare semplicemente di episodi quando in ballo ci sono le serie serializzate, prodotti ibridi in cui puntata ed episodio si fondono, dando vita a qualcosa di completamente diverso.

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