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Film d'autore: i 10 più belli di sempre | Accademia Griffithtutti gli articoli

Film d'autore: i 10 più belli di sempre

01-07-2021

Quelli che seguono sono titoli davvero straordinari. Li avete visti?

Scegliere 10 titoli e definirli i più belli di sempre è un’impresa titanica. Ognuno di noi ha il suo film d'autore preferito e la storia del cinema ha collezionato ben oltre dieci capolavori.

Ci abbiamo provato e li abbiamo elencati in ordine cronologico, per non far torto a nessuno. Inevitabile soggettività a parte, quelli che seguono sono titoli davvero straordinari e se non li avete visti questa è una buona occasione per recuperarli.

1. "Quarto potere" (1941) di Orson Welles

Quarto potere

Una struttura ad incastro che infrange la regola fondamentale dell’illusione di realtà del cinema classico: il protagonista viene ricomposto attraverso i racconti di cinque personaggi e anche il lieto fine e un senso palese sono assenti. Un giovanissimo Orson Welles confeziona un film moderno molto prima dell’avvento della modernità, aprendo la strada alle alterazioni a venire.

Mettendo in scena la biografia del magnate Kane, Welles racconta il sogno americano. Film drammatico ma anche giallo. Ci chiediamo per tutto il tempo chi sia davvero Kane e cosa significhi la parola Rosebud.

“Quarto potere” è un film incapace di invecchiare.

2. "I 400 colpi" (1959) di Francois Truffaut

I 400 colpi, film di Truffault

Francois Truffaut confeziona il più bel racconto sull’infanzia di sempre.

Antoine Doinel è un quattordicenne che vive con i genitori in un piccolo appartamento di Parigi. Incompreso dalla famiglia e dagli insegnanti, ne combina di tutti i colori per mostrare il suo bisogno d’amore, ma il mondo degli adulti è cieco…

Miglior regia al Festival di Cannes, manifesto della Nouvelle Vague francese, “I 400 colpi” è anche un film sulla libertà, sui sogni e, scrutando il mare, sull’incertezza dell’avvenire.

3. "Psycho" (1960) di Alfred Hitchcock

Psycho

L’innovativo maestro del cinema della suspense ne ha realizzati tanti di capolavori, giocando con le nostre paure più profonde. Nel quotidiano e nel familiare, pesca un motel che mette i brividi e il suo proprietario-serial killer Norman Bates non si può dimenticare.

Sarebbe bastata la scena della doccia (oltre 70 inquadrature per ottenere 45 secondi di puro terrore) per trasformare in un film intramontabile “Psyco”, ma Hitchcock non sbaglia un colpo, riesce addirittura a cambiare il protagonista in corso d’opera senza perdere la nostra empatia.

E pensare che la Paramount rifiutò il copione, troppo ripugnante. Hitchcock fece tutto da solo e per contenere i costi lo girò meravigliosamente in bianco e nero.

4. "8½" (1963) di Federico Fellini

8 e mezzo, film

Tre i piani del racconto: la realtà, i ricordi e l’immaginazione. Nel girotondo felliniano finale l’unità del racconto è garantita, vi partecipano insieme i personaggi della realtà, quelli del passato e quelli della fantasia.

Molto prima di un recente moltiplicarsi di piani di realtà, Federico Fellini ci confonde fino a sorprenderci, raccontandoci la storia di Guido Anselmi, un affermato regista ultraquarantenne in piena crisi creativa.

La malinconia esistenziale sembra senza via d’uscita e l’ottavo film e mezzo del visionario cineasta diventa fonte di ispirazione per intere generazioni di registi.

5. "Persona" (1966) di Ingmar Bergman

Persona, film di Bergman

Un’altra inquietudine creativa per un altro capolavoro. Elisabet Vogler è un’acclamata attrice che attraversa una profonda crisi, sia sul piano lavorativo sia su quello personale. Cade in un mutismo estremo durante una rappresentazione dell’Elettra di Sofocle e viene ricoverata in un ospedale psichiatrico. Solo il riposo e l’isolamento potrebbero salvarla…

Opera sperimentale nella messa in scena e nei significati, "Persona" mette in dubbio il concetto stesso di identità, mostrandoci il dentro e la profonda scissione tra essere e sembrare.

Oggi li chiamano mind-game movie, ma Bergman li realizzava già negli anni Sessanta, aldilà delle etichette e delle mode del momento.

6. "2001: Odissea nello spazio" (1968) di Stanley Kubrick

2001 Odissea nello spazio

Basato su un racconto di Arthur C. Clarke, "2001: Odissea nello spazio" abbraccia un arco temporale di milioni di anni, dalla preistoria a quello che allora era un futuro prossimo, a bordo di un’astronave alla ricerca di un indecifrabile oggetto di origine aliena…

Questo capolavoro di Stanley Kubrick non ha rivoluzionato solo la fantascienza, ha segnato tutta la storia del cinema a venire, stimolando numerose letture e interpretazioni. Oltre i significati, resta l’esperienza visiva, ancora oggi capace di penetrare con forza la mente e il cuore degli spettatori.

7. "Stalker" (1979) di Andrej Tarkovskij

Stalker

Ancora un film di fantascienza dai profondi significati. "Stalker" ci mette di fronte alla nostra vita, come fosse uno specchio.

Al centro di una desolata regione un tempo industriale c’è una misteriosa zona il cui accesso è proibito dalle autorità. Forse vi è caduto un meteorite, forse un’astronave aliena, ma qualcosa di magico e misterioso è presidiato addirittura dall’esercito. Per entrarci, però, esistono guide clandestine, chiamate "stalker", capaci di condurre là dove nessuno dovrebbe arrivare…

A cambiare dopo questa esperienza non sono solo i personaggi, questa è una pellicola capace di segnare per sempre chi la guarda.

8. "America Oggi" (1993) di Robert Altman

America oggi

Robert Altman adatta nove diversi racconti e una poesia di Raymond Carver. Amplia, intreccia e mescola le storie dello scrittore americano dando vita a un complesso affresco e ad un’altalena di toni ed emozioni che hanno per sfondo una brulicante e opprimente Los Angeles.

I disperati carveriani dell'America di provincia trasferiti in una grande metropoli si trascinano ancora, e più stancamente. Un non proprio edificante ritratto della società americana e un capolavoro assoluto nell’ambito della coralità narrativa. "America oggi" è un film che sorprende ogni volta che lo rivedi.

9. "Il grande Lebowski" (1998) dei fratelli Coen

l grande Leboswki

A causa di uno scambio di persona, il nullafacente Drugo si troverà coinvolto in qualcosa di più grande di lui.

La trama è semplice e ricca di colpi di scena, ma a trasformare film e personaggio in cult movie e in mito ci pensa lo stile surreale e un mix riuscitissimo di satira sociale e di nonsense.

I fratelli Coen mescolano commedia e giallo, action, noir e paradosso. E alla fine non ti puoi non innamorare di Drugo e di uno stile di vita che ha influenzato milioni di fan in tutto il mondo.

10. Mulholland Drive (2001) di David Lynch

Mulholland Drive

David Lynch lo descrisse come "una storia d’amore nella città dei sogni" e non fece nulla per facilitarne la visione. Il regista di "Twin Peaks" costruisce un vero e proprio rompicapo in cui è impossibile distinguere sogni e realtà.

Ad una prima parte più lineare, e comprensibile, si contrappone una seconda metà misteriosa e indecifrabile in cui si mescolano ricordi e allucinazioni.

Intricato enigma dai tratti noir, "Mullholland Drive", come la celebre strada che nasce nel deserto e finisce nel mare, è un film difficile da descrivere, perché mette in scena i sogni, esso stesso è sogno, pura emozione che, per essere compresa, va vissuta.

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