il nostro blog
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23-01-2023
Il diritto d’autore vale fino al 70mo anno dalla morte del creatore dell'opera.
È l’articolo 20 della Legge sul Diritto d’Autore a parlare di paternità delle proprie opere. Con la creazione di qualunque tipo di opera creativa se ne acquisisce il diritto allo sfruttamento economico, con la possibilità di cederle a terzi.
Un diritto che vale fino al settantesimo anno dalla morte del creatore.
Non dobbiamo dimenticare il rischio di plagio, dunque è necessario proteggere il risultato del nostro lavoro, che prima di essere condiviso (sia esso redatto sotto forma di soggetto, di trattamento o di concept o bibbia di serie) va sempre depositato presso gli enti accreditati, come SIAE (www.siae.it), WGAW (www.wga.org), WGAe (www.wgaeast.org), Patamu (www.patamu.com), Proofy (proofy.co), Copyzero (www.costozero.org), al fine di poterne dimostrare la paternità.
Le possibilità sono molteplici, l’importante è poter dimostrare che a partire da una determinata data l’opera è propria, al fine di far valere la propria paternità.
Ve ne proponiamo alcune, partendo da quelle più classiche e arrivando alle ultime nate.
Il deposito SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) dura cinque anni e può essere rinnovato.
Certo i costi sono elevati (oltre 70 euro per gli associati, oltre 140 per i non tesserati), ma prima o poi dalla SIAE si deve passare, se si vuole veder riconosciuto, da un punto di vista economico, il proprio diritto d’autore.
Perché il lavoro va pagato e la Società Italiana degli Autori ed Editori ha appunto il compito di assicurare agli associati la remunerazione del loro lavoro. La SIAE li tutela, raccogliendo le somme spettanti per l’utilizzo delle opere e distribuendole agli associati.
Da qualche anno anche gli autori italiani possono rivolgersi al Writers Guild of America (il sindacato degli sceneggiatori americani); da un po' di tempo i sindacati sono diventati due, il Writers Guild of America East, che rappresenta gli sceneggiatori di televisione e cinema attivi a New York, e il Writers Guild of America West, che rappresenta quelli della California del Sud e di Hollywood.
Il deposito è veloce e online. Con pochi minuti e circa 20 dollari, l'opera è al sicuro per cinque anni.
Anche in questo caso, viene assegnato un numero di registrazione da apporre all’opera.
Un’altra soluzione per certificare il possesso dell’opera in una determinata data consiste nell’auto-spedizione del proprio lavoro tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
Il plico non va assolutamente aperto, ma in caso di contenziosi legali si può sfruttare la data di invio per certificare il possesso dell’opera.
Il sistema più sicuro e certo, oltre al già accennato deposito presso la SIAE, resta quello della consegna dell’opera ad un notaio. Questi redigerà un verbale, che costituisce un atto pubblico, facente piena prova anche della data di consegna.
Ma, in questo caso, i costi sono piuttosto elevati.
Patamu, Proofy, Copyzero, per citare le più conosciute, sono società di servizi di marcatura temporale digitale. Un procedimento informatico che consente di associare data e ora a un file in modo legalmente certo e valido.
Con pochi euro (all’incirca dieci) è possibile tutelare la propria opera.
La procedura è online, facile e veloce, la durata della validità della prova è di minimo vent’anni.
Per risparmiare, esistono pacchetti che rendono le registrazioni ancora più economiche.
Copyzero è l’eccezione, perché si tratta di un servizio per la tutela del diritto d’autore completamente gratuito, che vive di donazioni.
Al passo con i tempi, le opere inedite possono essere tutelate anche tramite la propria Pec (Posta elettronica Certificata).
Da sola non basta, una volta che ci siamo auto-inviati l’opera.
Va fatto utilizzando file in pdf e opponendo una firma digitale all’interno.
Il valore è identico a quello di una raccomandata con ricevuta di ritorno.
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