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David Wark Griffith e il montaggio narrativotutti gli articoli

Sliding Doors diretto da Peter Howitt

03-02-2020

David Wark Griffith è il pioniere del cinema narrativo e del montaggio narrativo.

"Ogni articolo di cinema, dovrebbe parlare di Griffith...", sostiene Jean-Luc Godard. Perché il cinema, come strumento per raccontare una storia, ha un padre. E il suo nome è David Wark Griffith, pioniere del cinema narrativo e del montaggio narrativo. Griffith iniziò con lo scomporre il film in inquadrature, collegandole quindi tra loro attraverso tre tipi di montaggio: il montaggio classico, il montaggio alternato e il montaggio parallelo.

Montaggio Classico

Il cinema delle origini non solo non utilizzava i cambi di inquadratura, ma tendeva a palesare la presenza della macchina da presa (basti pensare ai numerosi sguardi in macchina). Attraverso il montaggio classico, Griffith iniziò a raccordare le varie inquadrature di una scena secondo criteri di logica e di continuità, rendendo naturali i passaggi tra un'inquadratura e l'altra. Dunque, più coinvolgenti. Griffith lavora sui raccordi, sviluppando tecniche intramontabili come il campo-controcampo (un raccordo di sguardo che si ottiene mostrando un personaggio che guarda qualcosa, quindi l'oggetto guardato).

Montaggio Alternato

Per quanto riguarda il montaggio alternato, in realtà nasce in letteratura (Charles Dickens ne fa largo uso), ma è David Wark Griffith a promuoverlo a tecnica cinematografica. Una forma di montaggio che ha un particolare rilievo anche nella gestione del "sapere" spettatoriale. Lo spettatore ha l'impressione di circolare non visto all’interno dell’universo narrativo, vedendo contemporaneamente più azioni. Il montaggio alternato istituisce, infatti, un'alternanza tra due o più azioni che si svolgono nello stesso tempo ma in spazi diversi. Il cinema impara, dunque a dire "mentre" e il pubblico apprende che l’incontro tra le azioni che si sono alternate è inevitabile. Si può dunque parlare di un uso moderno del montaggio alternato, capace oggi di creare due possibili attese nello spettatore, con risultati sorprendenti.

Un esempio? Nella celebre sequenza del battesimo de "Il Padrino", Francis Ford Coppola ha saputo giocare abilmente con il fattore sorpresa, portando lo spettatore verso un’interpretazione sbagliata, colpendolo infine con un effetto sorpresa. Oggi, il montaggio alternato viene spesso utilizzato per creare giochi narrativi molto interessanti. Si pensi a "Sliding Doors" di Peter Howitt (1998): incrocio di due possibili futuri di uno stesso personaggio.

Montaggio Parallelo

Quanto al montaggio parallelo, esso non investe il parametro della simultaneità, istituisce invece relazioni tra le inquadrature che si alternano. Il valore che si crea spesso è simbolico come nella celebre sequenza finale di "Sciopero" di Sergej Ėjzenštejn (1924): alle immagini degli operai scioperanti che cadono sotto gli spari della milizia, Ejzenštein alterna scene che mostrano la macellazione di un bue. Come nella sequenza del matrimonio ebraico di "Schindler List" di Steven Spielberg (1993): scene di divertimento si alternano a quadri di efferata violenza, accrescendo il senso di profondo sconforto e di continua angoscia nel quale versano i prigionieri.

 

"Maledetti noi se dimentichiamo per un attimo che è stato Griffith ad aver messo in moto questo meraviglioso trenino elettrico al quale Lumière non credeva. Tutti, sempre, gli dovremo tutto…”. Parola di Orson Welles.

 

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