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Intervista a Francesco Chiarantini, ex allievo Griffith

04-03-2021

A soli 23 anni, ha già lavorato su film del calibro di “Gucci”.

Assistente Location Generico (in gergo, Location PA) di giorno. Sceneggiatore e regista di notte.

Si descrive così Francesco Chiarantini, un diploma in Regia e Sceneggiatura conseguito all’Accademia Griffith e già importanti esperienze nel mondo del cinema. Non capita a tutti, a soli 23 anni, di poter dire di aver lavorato su film del calibro di "Mission Impossible VII" o di "Gucci" di Ridley Scott.

D’altronde, già in Accademia aveva dimostrato le sue qualità e in fondo noi che lo conosciamo bene non ne siamo affatto stupiti.

Abbiamo rubato un po’ del suo tempo, nonostante sia impegnato nella nuova superproduzione del regista di "Alien".

Cominciamo così… cos'è successo al termine dell'Accademia?

Finita l’Accademia mi sono dato da fare per iniziare la famosa gavetta. Ho cercato di mettere le basi per costruire una continuità lavorativa tra un progetto personale e l’altro.

Ho iniziato facendo il runner in un piccolo film indipendente, poi qualche spot, un altro filmetto, finché non mi hanno contattato, grazie all’Accademia, per “Mission Impossible VII”.

Il cinema è passione ma anche lavoro e trovo che le due cose si alimentino a vicenda.

Con “Mission Impossible VII” sei entrato nel Reparto Location. Di cosa si occupa questo reparto e qual è stato il tuo lavoro?

Mission Impossible VII

Il Reparto Location si occupa di identificare e gestire i luoghi dove si andrà a girare, facendo da tramite tra la volontà creativa, le necessità logistiche e le realtà con cui ci si confronta. Gli elementi da considerare sono tantissimi: punti di appoggio, parcheggio mezzi, come arrivare, quanto ci vuole ad allestire il set, cosa ci sarà in campo e molto altro.

Io principalmente mi sono occupato di prendere contatto con i residenti. È fondamentale informare tutti e andare incontro a chi vive i luoghi dove vogliamo girare. Bisogna sempre fare in modo che avere delle riprese sotto casa sia una bella esperienza da raccontare agli amici.

Lavorando su questo film hai incontrato diversi ex studenti dell'Accademia. Ci vuoi parlare di questa coincidenza? Chi erano e cosa facevano?

Ho conosciuto sul set due ex studenti dell’Accademia Griffith degli anni precedenti al mio, miei colleghi in Location. Anche loro terminati gli studi hanno iniziato a lavorare su diverse produzioni, sviluppando in parallelo i propri progetti artistici. Allo stesso modo, la Location Coordinator, il mio capo, era un’ex studentessa Griffith. Avevo avuto modo di conoscerla in Accademia, dove ci ha iniziati al mondo della Produzione e proprio tramite lei sono approdato a questo progetto.

Di certo, l’approccio concreto dell’Accademia ci ha permesso di avere un bagaglio di esperienze importante che ci siamo ritrovati sul lavoro, uscendo con un’idea concreta di cosa ci aspettasse e cosa volessimo. Più che di una coincidenza parlerei di una conseguenza.

Attualmente, stai lavorando ad un’altra produzione americana: "Gucci" di Ridley Scott. Come sta andando?

Gucci di Ridley Scott

Beh, devo dire sono un po’ in difficoltà con Adam (Driver), insiste a pagarmi tutti i pranzi, un ragazzo d’oro. Certo, non mi aspettavo da meno dall’unico ad essere uscito vincente dalla disastrosa trilogia Star Wars firmata Disney.

Mentre Lady Gaga non smette di chiamarmi, forse non avrei dovuto darle il mio vero numero quando me lo ha chiesto…

Beh, il senso dell’umorismo ce l’avevi già quando frequentavi i banchi della Griffith e credo ti porterà fortuna anche sul lavoro. A proposito… hai già avuto proposte per il dopo "Gucci"?

Ci sono dei progetti ma nulla di confermato per ora. È un settore dove bisogna sempre continuare ad evolvere, ma bisogna farlo con una certa coerenza.

Io do molta importanza ai rapporti personali e penso che la correttezza verso chi ha creduto in noi sia fondamentale. Non bisogna esitare davanti alle occasioni, ma è importante muoversi nel rispetto di chi ci ha dato la possibilità di crescere. 

Quale consiglio daresti a chi desidera entrare nel mondo del cinema? Che cosa paga all'inizio? Quale atteggiamento? Quali capacità?

Il primo consiglio è di crederci, ma di farlo coscienziosamente. Volerlo non è nulla se non si è prima di tutto pronti a sudare, costruendo nel tempo quello che si vuole ottenere. L’umiltà paga tantissimo: accettare di non sapere tutto ti permette di imparare più in fretta. Ogni occasione per mettersi in gioco è una palestra per la prossima.

Bisogna lasciare un’impressione ovunque si vada, se si vuole mettere il proprio mondo su pellicola bisogna provare a trasmettere qualcosa dopo una stretta di mano.

È un percorso lungo e non è scontato sapere dove finisca, per quello che mi riguarda mi sto ancora allacciando le scarpe.

In Accademia, hai studiato regia e sceneggiatura. Ti è rimasto un po' di tempo per queste tue passioni? Progetti?

Sicuramente il lavoro assorbe molte energie, però è anche una fonte di stimolo e il tempo che ci si ritaglia per dedicarsi ai propri sogni è ancora più prezioso.

Continuo a buttare giù idee per corti o a cimentarmi in qualche ripresa, ma sto cercando di investire le energie su un progetto più corposo e maturo, che sembra iniziare a prendere forma.

Tra le tue tante passioni c'è anche lo sport, hai praticato il rugby e sei stato allenatore. Cosa ti ha insegnato questo mondo?

Sicuramente è una realtà che ti prepara a trecentosessanta gradi: il lavoro di squadra che diventa senso di appartenenza, la determinazione nell’affrontare ciò che sembra più grande di te, la pazienza di costruire un risultato in più tentativi.

Poi, devo dire, anche l’abitudine alla pioggia, le ore in piedi e come far ridere i macchinisti sono pane quotidiano sul campo e sul set.

Sei giovanissimo! Che cosa vorresti fare "da grande"?

Dico sempre "il cacciatore di taglie nello spazio", perché una risposta concreta spero di non averla mai.

Il cinema più di qualunque arte ci permette di sperimentare molto oltre il nostro vissuto, non ci sono limiti a quello che si può vedere e vivere attraverso uno schermo e non voglio pormene.

Il lavoro che faccio è stupendo, giro molto e conosco tante realtà diverse, vorrei far crescere in parallelo sia il Location Manager/Cacciatore che lo Sceneggiatore/Regista.

Sono entrato in Accademia mirando alla regia e mi sono innamorato della sceneggiatura, spero un giorno di avere modo di unire le due cose raccontando qualcosa che valga la pena ascoltare.

 

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