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La moltiplicazione dei piani di realtà in 10 filmtutti gli articoli

Campi e piani cinematografici

29-01-2020

Da "Truman Show" a "Westworld" passando per "Matrix" e "Inception".

Già nel 1920, “Il gabinetto del Dottor Caligari” ci porta nel finale a scoprire che tutta la vicenda è in realtà il risultato visionario di un’ossessione. Tre i piani del racconto di “8 e ½” di Federico Fellini: la realtà, i ricordi e l’immaginazione. Nel girotondo felliniano finale, l’unità del racconto è garantita, vi partecipano insieme i personaggi della realtà, quelli del passato e quelli della fantasia.
Ci aveva già provato, e ben prima, la letteratura, ma è il cinema contemporaneo ad aver fatto della moltiplicazione dei piani di realtà uno dei suoi punti di forza.
Non è facile scegliere, ma se vi piace la strategia divertitevi con questi 10 esempi.

Truman Show (1998)

Peter Weir firma un film surreale e visionario, anticipando l’avvento dei reality show. Due i piani di realtà: quella in cui vive Truman Burbank, uomo spiato e trasformato, a sua insaputa, in uno spettacolo televisivo globale, e la realtà vera e propria. Ispirato a un episodio di “Ai confini della realtà”, serie televisiva americana di genere fantascientifico trasmessa a partire dal 1959, in cui spesso i piani di realtà si confondono.

Matrix (1999)

Diretto dalle sorelle Wachowski, racconta la storia del programmatore di computer Thomas A. Anderson, che scopre di vivere in una simulazione creata da macchine che hanno schiavizzato gli umani e di essere l’Eletto che può salvare l’umanità… Film di culto, capace di lanciare molte mode e un effetto speciale (il bullet time), grazie al quale sembra che i personaggi possano fermare il tempo.

Il tredicesimo piano (1999)

Diretto dal tedesco Joseph Rusnak, ci immerge nella Los Angeles degli anni Trenta attraverso una raffinatissima ed innovativa simulazione virtuale abitata da intelligenze artificiali in tutto e per tutto simili a quelle umane.

eXistenZ (2000)

David Cronenberg realizza uno dei suoi film più distopici e complessi, omaggio alla fantascienza cyberpunk. La game designer Allegra Geller sta per testare per la prima volta, assieme a un gruppo di volontari, il suo nuovo gioco virtuale di società, dal titolo eXistenZ. L’ avveniristico sistema ludico è in grado di catapultare i giocatori in un una sorta di nuova realtà dove vivere come dentro ad un film.

Mulholland Drive (2001)

David Lynch lo descrive come “una storia d’amore nella città dei sogni”. Questa semplice definizione si contrappone ad una delle opere più controverse e dibattute del regista, costantemente sospesa tra sogno e realtà. Un’unica realtà, in effetti, che si palesa attraverso due facce differenti ed interscambiabili, il subconscio e la coscienza. Una scatola blu separa i due mondi.

Vanilla Sky (2001)

Sogno, vita e morte. I confini sono incerti in questa pellicola di Cameron Cowe, remake americano di “Apri gli occhi” dello spagnolo Alejandro Amenàbar. La verità si confonde col falso, gli incubi del passato si sovrappongono ad un presente impalpabile. L’unica certezza alla quale aggrapparsi è il ricordo di una notte e dell’unica donna che il protagonista David abbia mai amato.

Se mi lasci ti cancello (2004)

Tralasciando il terribile titolo italiano, la pellicola di Michel Gondry riflette sull’amore e sulla memoria, inscatolando piani di realtà. In un mondo in cui è possibile cancellare i propri ricordi, Joel, un uomo introverso che è appena stato lasciato dalla fidanzata Clementine, si sottopone al trattamento per poi tentare di fermare il processo d’oblio. Il film si riavvolge su se stesso, dando vita ad un puzzle ottimamente completato nel finale.

Sinecdoche New York (2008)

L’esordio alla regia di Charlie Kaufman (già sceneggiatore di “Essere John Malkovich” e “Il Ladro di Orchidee”) è meta-cinematografico e complesso. Caden Cotard, superbamente interpretato da Philipp Seymour Hoffman, è un regista teatrale di talento, paranoico ed ipocondriaco. Kaufman spinge la macchina da presa negli spazi più profondi della sua psiche e della sua anima, consegnandoci un personaggio che da solo rappresenti quella che è la miseria della condizione umana. Fellini e Jung in un colpo solo.

Inception (2010)

Un moltiplicarsi di livelli di sogno nel sogno. Dom Cobb è un ladro con un’abilità particolare, è infatti in grado di rubare pensieri e idee dal subconscio di una persona mentre sogna, cioè quando la mente è nel suo stato più vulnerabile. La sua ultima missione? Attuare il processo inverso, cioè immettere un’idea entrando nel sogno di un soggetto. Pellicola labirintica firmata da Christopher Nolan, in cui i piani di realtà non si contano.

Westworld (2016 - in produzione)

Da una storia di Michael Crichton a uno script di Jonathan Nolan, fratello di Christopher e sceneggiatore di quasi ogni suo film. Un folle rompicapo alla Truman Show in cui Westworld è un futuristico e lussuoso resort che garantisce ai suoi ricchi ospiti un’esperienza senza precedenti: una visita nell’Old West, ricostruito e popolato di robot umanoidi. Salti temporali e un moltiplicarsi di piani di realtà, con tanto di sceneggiatura (quella scritta appositamente per gli ospiti del parco a tema) nella sceneggiatura.

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