il nostro blog
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20-12-2019
Un progetto interamente concepito per voce ed elettronica senza l’uso del computer.
Si avvicina l’uscita (per la PEM Records, il 24 gennaio) del nuovo album “La parole” di Vincenzo Ramaglia, direttore dell’Accademia di Cinema e Televisione Griffith ma anche compositore attivo nella sperimentazione musicale contemporanea e in quella che lui chiama PEM ("Popular Experimental Music"), da cui il nome dell’etichetta discografica.
“La parole” è un progetto interamente concepito per voce ed elettronica senza l’uso del computer e si avvale dello straordinario supporto vocale di Laure Le Prunenec (cantante che attraversa con disinvoltura molteplici generi – dal metal più sfrenato alla pura lirica – in numerosi e noti progetti musicali, tra cui Igorrr, gruppo francese d'avanguardia che da diversi anni ormai sta facendo il sold out per tutto il pianeta).
Lo scorso 29 novembre, la presentazione in anteprima del singolo “La parole 7” è stata accompagnata dalla pubblicazione su YouTube del relativo videoclip, targato Griffith:
Diretto e montato dallo stesso Ramaglia, il videoclip per “La parole 7” è stato realizzato da una troupe dell’Accademia, che su un set di candele e panneggi neri – in un’atmosfera intima, quasi liturgica (sotto la guida di Paolo Bravi, nostro docente di Fotografia) – ha immortalato Laure Le Prunenec in una performance molto ispirata che va persino oltre il canto, libera dal sincronismo tra labiale e testo melodico, attraverso gesti, palpiti, danze di grande impatto emotivo. In un montaggio serrato che segue passo passo gli umori della musica e della performance.
Con la diffusione capillare – soprattutto all’estero – della traccia e del video, il progetto si è imposto all’attenzione di magazine, blog e radio a livello internazionale:
Un nuovo singolo – “La parole 5” – è stato appena presentato in anteprima da XS Noize e ne hanno parlato – tra gli altri – Sub Scape, Over The Sound, A. Room.
Anche per "La parole 5", il singolo si accompagna a un videoclip realizzato all’Accademia Griffith dalla medesima troupe:
Stavolta non solo Laure Le Prunenec torna a cantare nella sua performance, ma possiamo anche vedere le mani di Vincenzo Ramaglia muoversi freneticamente sul suo setup elettronico senza computer, in un duo davvero coinvolgente. Tuttavia, non è esattamente un video che si limita a documentare la performance: le mutevoli espressioni facciali e gestuali di Laure sono state montate in modo incalzante dallo stesso Ramaglia quasi ci fossero molti personaggi, molte anime, molte cantanti, molti stati d'animo contrastanti dentro di lei... Anche per questo motivo, la fotografia è duplice: alterna il calore del giallo con il freddo del blu; mentre pure la musica alterna i suoi stati d'animo contrastanti, in un inesorabile crescendo, in un complesso labirinto di elettronica e voci (questa è l'unica traccia polifonica dell'album).
Diverse le fonti di ispirazione del percorso sperimentale di Vincenzo Ramaglia. Ne “La parole” si rintracciano le ritmiche più inquiete e inafferrabili dell’IDM, sequenze analogiche composte sulle macchine come su un pentagramma, ma il tutto manipolato in tempo reale, maneggiando il setup come uno strumento musicale, con echi di Autechre, Björk, Arvo Pärt, Radiohead, Sigur Rós, Portishead. Se non di Squarepusher, Venetian Snares, Alva Noto…
Inoltre, grazie al linguaggio utilizzato da Laure Le Prunenec (inventato in “tempo reale", creando versi che sono già musica prima ancora di essere pronunciati) e al suo campionario di tecniche vocali, il suono si fa riflessione sulla parola, puro e cangiante afflato comunicativo (nel gesto come nel canto), rasentando un ideale connubio tra Aphex Twin e Diamanda Galás.
Altri videoclip online dall’album “La parole”:
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