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Cinema di genere: intervista a Daniele Misischiatutti gli articoli

Cinema di genere

01-12-2020

di Cristina Borsatti.

Ha avuto il merito di aver rivitalizzato un genere, realizzando un horror, The End? L’inferno fuori, che ha dimostrato che il linguaggio di genere può essere usato anche in Italia e in modo assolutamente originale. Il regista romano Daniele Misischia, classe 1985, supportato dalla casa di produzione Mompracem dei Manetti Bros, è nuovamente al lavoro e siamo certi che il suo secondo lungometraggio, ora in post-produzione, sarà altrettanto sorprendente.

Dai banchi dell’Accademia Griffith alle sue cattedre, dove ora insegna, da uno zombie movie a un horror comedy dalle tinte splatter e gore, Daniele Misischia ci ha regalato un po’ del suo tempo e ci ha raccontato in anteprima diverse cose sul suo lavoro.

A soli 35 anni sei al tuo secondo lungometraggio. Sulla carta sembra molto diverso dal tuo film precedente. Si intitola Il Mostro della Cripta. Di cosa si tratta?

Hai ragione, è un film completamente diverso da The End? L’inferno fuoriIl Mostro della Cripta è un classico film d’avventura e di intrattenimento, come quelli che si facevano negli anni Ottanta, e infatti la storia è ambientata nel 1988 e gira intorno ad un ragazzo di 20 anni che scopre inquietanti analogie tra il nuovo numero del suo fumetto preferito, comprato da poco in edicola, e alcuni avvenimenti inquietanti che avvengono nel suo paese di montagna. Si tratta di un film sull’importanza della fantasia e sulla bellezza del raccontare storie avvincenti.

In The End? L’inferno fuori lo zombie movie sposava un brillante senso dell’umorismo. Questa volta quali sono i toni?

Il Mostro della Cripta è al 100% una horror comedy. Abbiamo spinto l’acceleratore su gore e splatter più spinto, ma anche sul divertimento e sulla commedia. Uno dei protagonisti del film è Lillo, del duo comico “Lillo e Greg”, che ha regalato al film momenti esilaranti grazie al suo grande talento.

A proposito di Lillo. Com’è stato dirigere un attore comico? Si è trovato a suo agio nello splatter?

Lillo è un attore, un comico ed una persona eccezionale. Mi sono trovato da subito benissimo con lui. È stato come lavorare con un vecchio amico. Lillo ama il genere quindi ha partecipato da subito con entusiasmo.

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In primavera, l’emergenza sanitaria vi ha costretti ad interrompere le riprese. Ora a che punto siete?

Siamo in piena post-produzione, ma ci manca ancora un giorno per concludere le riprese. Abbiamo avuto molti problemi soprattutto legati al Covid, e a causa di questa emergenza non abbiamo potuto terminare le riprese né effettuarle tutte di seguito. Comunque, a parte le tre scene mancanti, tutto il film è montato ed è in lavorazione nei vari laboratori di post. Speriamo di chiudere le riprese al più presto.

Prosegue la collaborazione con i Manetti Bros. Ormai siete un team collaudato. Com’è lavorare con loro?

A questa domanda rispondo sempre nello stesso modo. Un enorme punto di forza dei Manetti come produttori (ma è giusto citare anche Piergiorgio Bellocchio e Carlo Macchitella, altri due produttori del film che fanno parte della Mompracem) è che ogni volta che possono mi mettono a disposizione il meglio, sia per farmi lavorare con tranquillità e serenità, sia per aumentare il production-value e la qualità del film. Un lavoro che ogni produttore dovrebbe fare: “mettere” invece di “togliere”.

Web-series, tra l’altro molto amate in rete, cortometraggi di culto, film e fumetti. La graphic novel No Rest For the Dead (Nessun perdono per i vivi) è un progetto ambizioso, scritto con lo sceneggiatore di sempre, Cristiano Ciccotti, e disegnato da Stefano Cardoselli. Ce ne vuoi parlare?

Nessun perdono per i vivi, insieme a Il Mostro della Cripta, è uno dei pochi motivi per cui sento di non dover buttare definitivamente questo anno orribile. Una graphic novel scritta da me insieme a Cristiano Ciccotti e disegnata dal bravissimo disegnatore di Orbetello Stefano Cardoselli. Si tratta di un noir molto crudo e violento, ambientato nella periferia di Roma, che racconta un certo tipo di criminalità che cerca costantemente redenzione, ma che non riesce mai a trovarla. Siamo partiti da una sceneggiatura cinematografica, ma dopo aver conosciuto Stefano abbiamo deciso di farla diventare un fumetto, facendola adattare da Andrea Amenta, che ha sistemato forma e dialoghi, adattandoli al format cartaceo. Dovrebbe uscire nelle librerie il prossimo gennaio grazie a Green Moon Comics.

Squadra che vince non si cambia. Cristiano Ciccotti è ancora accanto a te nella scrittura. Quanto conta lavorare con un gruppo consolidato?

Conta moltissimo. Soprattutto se accanto si ha un collaboratore che è come un fratello. Ormai ogni progetto che ci viene in mente lo condividiamo e lo portiamo avanti insieme. Diventa tutto più facile, chiaro e veloce. Abbiamo scritto tantissime cose insieme: film, serie tv, fumetti... e spesso nasce qualche nuova idea che subito mettiamo su carta e cerchiamo di sviluppare.

Più in generale, il cinema di genere in Italia. Non succedeva da tempo, i tuoi film sono mainstream. Come vedi il futuro del cinema di genere nel nostro paese? C'è spazio anche per la fantascienza o è fantascienza?

Sono ottimista. Voglio credere che piano piano, molto lentamente, arriveremo a toccare tutti i generi.  I giovani autori con belle storie da raccontare sono tantissimi e la mentalità di chi produce, forse, sta lentamente cambiando. Deve, però, cominciare a cambiare anche la mentalità del pubblico, ancora un po’ prevenuto verso un certo tipo di cinema italiano.

Che consiglio ti sentiresti di dare a quanti, registi o sceneggiatori che siano, desiderano realizzare film fantastici, horror, scifi in Italia oggi?

Non dare niente per scontato, innanzitutto. Studiare, soprattutto guardando tantissimi film, portare rispetto SEMPRE per chi fa questo lavoro ed essere molto critici nei confronti di sé stessi. Bisogna fare pratica, realizzando cortometraggi, anche se con pochi mezzi a disposizione. Se chi è all’inizio non riesce a raccontare una storia per immagini usando un comune smartphone e un banale programmino di montaggio allora non sarà in grado di fare cose professionalmente più grandi. E, la cosa più importante: vivere con la costante voglia (anche a volte fastidiosa) di raccontare storie.

In attesa di vedere al cinema Il Mostro della Cripta, siamo già curiosi di quello che ci aspetterà dopo. Progetti?

Io e Cristiano abbiamo tante idee che ci frullano in testa: una commedia crime, un poliziesco e, persino, un western. Stiamo pensando, inoltre, di sviluppare Skull Girl, una serie tv action che racconta le disavventure di una “vigilante” in cerca di vendetta, un prodotto perfetto per il palinsesto di qualche servizio streaming. Ne abbiamo girato un promo-pilota di 13 minuti l’anno scorso. Se siete curiosi, lo potete trovare su Youtube.

 

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