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The climate limbo

27-11-2020

Collaborazione collaudata quella tra lo Slow Film Fest e la Griffith.

È ormai una collaborazione collaudata quella tra lo Slow Film Fest e l’Accademia Griffith. Per il sesto anno consecutivo, la manifestazione diretta da Maria Luisa Celani ospiterà una sezione di cortometraggi realizzati dagli allievi dell’Accademia.

Quest’anno si chiama Smart Griffith e prevede la proiezione di corti di recente produzione, vicini nei temi all’iniziativa: il tema dell'ambiente e dei cambiamenti climatici, i diritti umani e i temi di genere, le trasformazioni urbane, la memoria e i territori.

Giunto alla sua sesta edizione, lo Slow film Fest, organizzato dall’Associazione Culturale Muovileidee, con il contributo della Regione Lazio e il sostegno della Fondazione Cinema per Roma e della CNA Roma, con i Patrocini dei Comuni di Acquapendente e di Antrodoco e di LegaCoop Lazio, sarà online dal 10 al 13 dicembre su slowfilmfest.stream, in collaborazione con la piattaforma ODDB, e fino al 15 dicembre con incontri on-line e passeggiate.

È stato il figlio

Dopo il successo delle prime cinque edizioni, lo SLOW FILM FEST, la prima kermesse interamente dedicata ad una visione cinematografica "slow", si presenta ai nastri di partenza con un ricco programma, attento ai nuovi linguaggi e alla produzione cinematografica indipendente. Continua ad essere un festival esperienziale, anche se per forza maggiore quest’anno perde il suo spirito itinerante. Un evento che punta all’aggregazione e al confronto, non ad una semplice visione passiva, ad un "rallentamento" che è alla base del ritrovarsi e dell’incontro.

Tra i numerosi incontri online, uno coinvolgerà direttamente i registi dei cortometraggi prodotti dalla Griffith, ma anche gli sceneggiatori, i montatori e le diverse figure professionali che hanno contribuito alla realizzazione di questi piccoli film. Gli ex allievi dell’Accademia saranno al centro di un panel dal titolo Nuove visioni: il cinema che verrà, organizzato in collaborazione con DaSapere.it (media partner dell’iniziativa) e moderato dalla giornalista e scrittrice Elena Torre, che sarà dedicato al futuro del cinema e della televisione nostrane. L’appuntamento è per il 15 dicembre alle 18.00.

Oltre alla sezione Smart (che contiene anche numerosi corti internazionali di animazione), lo Slow Film Fest 6.0 si articolerà attraverso la sezione Documenta, dedicata al film documentario indipendente, di provenienza italiana ed internazionale.

Molte le anteprime, nazionali e mondiali.

Numerosi i documentari dedicati ai diritti dell’uomo e dell’ambiente.

Tra questi: Grit di Cynthia Wade & Sasha Friedlander, anteprima coprodotta da Indonesia e America per portare a galla una delle tante tragedie ambientali di cui siamo responsabili. Nel 2006, la società di trivellazione Lapindo ha scatenato un flusso di fango tossico inarrestabile nella Giava orientale, seppellendo decine di villaggi e spostando 60.000 indonesiani. Il documentario si concentra sugli anni dell'adolescenza di Dian, un sopravvissuto di sedici anni che subisce le conseguenze della tragedia per un decennio e diventa un accanito sostenitore dei diritti dell'ambiente; Metamorphosis di Nova Ami e Velcrow Ripper, alle prese con la poesia e con la crisi ambientale del pianeta; il documentario italiano The Climate Limbo, diretto da Elena Brunello, Paolo Caselli e Francesco Ferri, che ci ricorda che entro il  2050 le migrazioni guidate dal cambiamento climatico potrebbero contare fino a 300 milioni di nuovi rifugiati.

Altro tema caro allo Slow, le migrazioni sono al centro del documentario Fuori Campo di Melkanaa. L’obiettivo è puntato sulla Liberi Nantes Football Club, una squadra di calcio composta da rifugiati e richiedenti asilo che partecipa al campionato di terza categoria senza poter concorrere al titolo. Alla maggior parte dei giocatori, infatti, mancano ancora i documenti richiesti dalla federazione per poter competere a tutti gli effetti.

Trasformazioni urbane e territori sono invece il focus di Roma di Carlos Higinio Esteban, che ci porta nella periferia di Roma tra gli anni Sessanta e Settanta, per parlare di progetti urbanistici e di spazio urbano, e di Soñando un lugar (in anteprima) di Alfonso Kint, film sui piccoli villaggi e sui loro grandi potenziali, sullo sradicamento e sull'arte come motore del cambiamento.

Al centro della manifestazione, le immagini e i temi, ma anche passeggiate tra storia e cultura e incontri. In primo piano, l’universo femminile, e non solo perché la kermesse è pensata, sviluppata, organizzata e promossa esclusivamente da un team di donne (collaborano alla programmazione la nostra docente di sceneggiatura Cristina Borsatti, la regista Ilaria Iovine, la produttrice Florencia Santucho e la cantante Susanna Stivali). Anche merito della collaborazione con la neonata casa di produzione Wuman Visions e alla presenza di numerose registe.

Slow Film Fest 6.0 è interamente a partecipazione gratuita, grazie al contributo della Regione Lazio, al sostegno della Fondazione Cinema per Roma, City Fest, Cna Roma, Legacoop Lazio, i Patrocini del Comune di Acquapendente, del Comune di Antrodoco e di Città Slow, e alle tante preziose collaborazioni, a partire da quella con l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith, ma anche quella con il Festival Internacional de Cine Ambiental (Finca), con DaSapere.it e con la casa di produzione romana Wuman Visions.

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