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Torna in libreria “Monica Vitti”, la biografia firmata da C. Borsatti

24-02-2022

Intervista alla nostra docente di sceneggiatura Cristina Borsatti.

Torna nelle librerie “Monica Vitti”, la biografia scritta da Cristina Borsatti e dedicata a Monica Vitti, in una riedizione aggiornata edita da Giunti Editore, con una nuova veste grafica, un ricco apparato fotografico e nuovi contenuti.

Scritta nel 2005, con la complicità di Monica Vitti e il contributo di alcuni grandi registi che hanno lavorato con lei, la biografia riannoda tutti i fili di una vita e di una carriera che ha attraversato mezzo secolo di storia italiana. Dagli esordi a teatro al cinema dell’incomunicabilità, dalla commedia all’italiana, di cui è stata unica mattatrice donna, alle numerose incursioni a teatro, in televisione e al fianco di grandi maestri del cinema internazionale.

Nella quarta di copertina troviamo scritto: "Monica Vitti è stata gigantesca". Qualcosa di più su questa meravigliosa attrice l’abbiamo chiesto direttamente a Cristina Borsatti, scrittrice, giornalista e sceneggiatrice, la nostra docente di sceneggiatura.

C’è un altro aggettivo che mi viene subito alla mente. Unica. Non c’è stato regista che io abbia intervistato che non abbia utilizzato questo termine per descriverla. Unica donna, unica mattatrice di una stagione tutta al maschile. Un unicum, perché bella e comica allo stesso tempo.
Parlare di Monica Vitti ha significato ripercorrere oltre mezzo secolo di storia del nostro Paese. E lei è sempre stata un passo avanti in ogni stagione, nell’arte e nella vita.

Tra arte e vita, cinema, teatro e televisione, la tua biografia si muove tra il pubblico e il privato. Anche grazie all’intimità delle parole che l’attrice ci ha lasciato nei suoi due splendidi romanzi, “Sette sottane” e “Il letto è una rosa”. Quanto sono state importanti per te queste sue incursioni nella letteratura?

Fondamentali. Perché quando ho scritto il volume, nel 2005, non c’era molto su Monica Vitti, a parte un libro di Laura Delli Colli pubblicato nel 1987. Sono dunque partita dai film, le pièce teatrali, le incursioni in televisione, e dalla critica: centinaia di recensioni e interviste. Ma, per sapere qualcosa di più su Monica sono dovuta andare lì, tra quelle pagine, scritte tra il 1993 e il 1995, editate per non dimenticare e con chiaro intento biografico. Lì ho trovato la Vitti più privata. Il resto l’ha fatto lei che, nonostante la malattia, ha seguito il mio lavoro a distanza e mi ha fornito immagini e materiali che altrimenti difficilmente avrei potuto trovare. L’immagine di copertina della prima edizione, ad esempio, l’ha scelta lei.

Sei entrata in punta di piedi anche nella sfera più personale di Monica, come l’ha sempre chiamata il grande pubblico, donna e attrice che non è stata mai dimenticata, nonostante i tanti anni trascorsi lontani dai riflettori…

Chi mi ha sorpreso di più negli anni, ma anche ora che ci ha lasciati, è stata la gente. Il pubblico non l’ha mai dimenticata ed è amatissima anche dalle nuove generazioni. Mi viene alla mente il suo funerale. In Piazza del Popolo a Roma c’era gente di tutte le età, c’erano famiglie intere e tanti, tanti giovani. Chi secondo me è mancato è stato invece il mondo del cinema. Mi aspettavo molta più partecipazione anche da parte delle istituzioni. Ma, alla fine, e Monica lo sapeva bene, ciò che conta è il giudizio del pubblico.

Icona, diva, immagine e simbolo. Nel tuo libro scrivi che Monica Vitti è stata capace di intaccare tabù secolari. Ha ancora qualcosa da insegnare alle nuove generazioni?

Senz’altro, soprattutto alle giovani donne. Era bellissima, ma non ha puntato sulla bellezza, ha puntato tutto sull’intelligenza, sulla bravura e sulla sua ironia. Ha tenuto testa a registi e attori, tutti uomini. Ha dimostrato che si può fare. A tutti ha insegnato che la diversità è bellezza e che la passione è vita. Ad inizio carriera l’hanno giudicata per quella sua voce così roca. L’hanno criticata per il suo aspetto fino a dirle che era antifotogenica, che esprimeva troppo d’acchito i sentimenti. Ma lei non si è arresa e ha trasformato quelli che chiamavano difetti in punti di forza. E non si è mai piegata ai luoghi comuni, ha cercato piuttosto di assecondare se stessa.

Arricchiscono il volume le interviste esclusive DI Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola e Franco Giraldi. Come è andata?

Che dire, sono stati straordinari. Con immensa umiltà, mi hanno regalato le pagine più belle della mia biografia, raccontandomi aneddoti ed emozionandosi parlando di Monica.
Mario Monicelli, con il suo bastone, mi ha sorpresa arrivando in Sala Trevi a Roma, dove ho presentato il libro per la prima volta.
Una generazione incredibile, sono stati i nostri Maestri di cinema e di umiltà.

Quali sono gli elementi di novità di questa riedizione?

Oltre alla grafica e al bellissimo inserto fotografico, ci sono nuovi contenuti. In questi anni, ho pensato a quello che non avevo scritto e che invece avrei voluto scrivere. Giunti Editore mi ha dato l’opportunità di completare il volume e di aggiungere parti nuove. E devo ringraziare Giunti per la cura che ha prestato a questa riedizione. Dalla copertina alla scelta dei colori, dalle immagini all’attenzione ai paratesti. Lo so, non dovrei dirlo io, ma trovo questa riedizione esteticamente bellissima.

 Libro su Monica Vitti

La copertina del libro "Monica Vitti", di Cristina Borsatti, Giunti Editore, Firenze, 2022

 Monica nel celebre scatto di Pierluigi Praturlon, fotografo ufficiale delle icone del cinema (1968)

Monica nel celebre scatto di Pierluigi Praturlon, fotografo ufficiale delle icone del cinema (1968)

Dal film Modesty Blaise. La bellissima che uccide di Joseph Losey (1966)

Dal film "Modesty Blaise. La bellissima che uccide" di Joseph Losey (1966)

 

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